Riscoprire la propria identità
Una delle idee più importanti della vasta saggezza degli insegnamenti del Raja Yoga riguarda la forma dell’anima. Sapete che forma ha? E dove si trova?
Corso di Meditazione Raja Yoga – Lezione 2°
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Una volta pensavo di essere il corpo e di avere un’anima la cui vera importanza si manifestava alla morte. Scoprendo che in realtà io sono proprio l’anima che opera attraverso il corpo, ho ricevuto quello che si può letteralmente definire lo strumento principale della spiritualità.
Chi medita? È l’anima che medita e non il corpo
Le credenze popolari ci fanno immaginare le forme più fantasiose quando pensiamo all’anima. Capire che l’anima è un punto infinitesimale di energia cosciente è l’inizio del percorso di auto potenziamento.
L’anima viene descritta come un punto perché esiste ma non ha dimensione fisica. Per rappresentare qualcosa che abbia queste due caratteristiche c’è solo una parola: un punto. Poiché appartiene ad un’altra dimensione, non ha lunghezza, larghezza, altezza o peso. Ma la più grande di tutte le meraviglie è che dentro questo punto ci sono mente, intelletto e la memoria del proprio vissuto tradotta in abitudini e attitudini. In hindi questa facoltà interiore si chiama sanskars. I sanskars sono diversi perché le esperienze di vita ci forgiano diversamente dando forma ai ruoli che dobbiamo interpretare.
Se sperimento questa consapevolezza di io-anima, posso realmente cominciare ad attingere ai miei poteri interiori. Ecco perché oltre agli esercizi di respirazione e le posture fisiche, per quanto utili al corpo, ciò che conta è la postura dell’anima.
Dove è collocata l’anima nel corpo?
Fino a poco tempo fa, alcuni pensavano che l’anima risiedesse nel cuore. In questi tempi di trapianti, possiamo vedere che qualcuno con un cuore diverso rimane la stessa persona dopo l’operazione. La zona in cui è collocato il sé è esattamente l’unico punto sul quale è impensabile intervenire chirurgicamente: la regione centrale del cervello dietro il centro della fronte.
Così come il sole ha la sua collocazione specifica nel sistema solare, irradiando luce, anche l’anima, o essere, è collocata in un luogo specifico del corpo, infondendo vita alle cellule, dai capelli sulla testa alle dita dei piedi. Non è difficile pensare a un minuscolo sole in mezzo alla fronte che illumina l’intero sistema. È ovvio che, affinché il sistema corporeo continui a vivere, è necessario respirare, mangiare e bere.
Per quanto riguarda le decisioni, le esperienze e la comunicazione, c’è un centro di coscienza che raccoglie e distribuisce le informazioni attraverso i cinque sensi e i diversi sistemi corporei come il sistema nervoso, endocrino, immunitario, linfatico ecc. Proprio dietro al centro della fronte tra le sopracciglia, vicino all’ipotalamo, c’è il punto di incontro tra il corpo fisico e l’essere metafisico.
Dove va l’anima quando il corpo finisce?
C’è un grande vincolo tra due realtà apparentemente opposte e inoppugnabili: la nascita e la morte.
Esiste una regione trascendente, una quinta dimensione che è correlata alla coscienza. In altri termini, la distanza che ci separa da quel «luogo di luce» che alcuni hanno visto nell’esperienza di premorte, dista solo un pensiero e trascende il sole, la luna e le stelle.
La regione che cerchiamo di immaginare quando preghiamo o meditiamo, chiamata nirvana dai buddhisti, paradiso dai cristiani, shantidham (dimora di pace) o paramdham (dimora suprema) dagli induisti, si potrebbe più propriamente chiamare incorporea o più semplicemente casa dell’anima.
Curiosamente, nir significa «oltre» e vana significa «suono». Questa dimensione, essendo al di là del suono e della materia, è completamente silenziosa e immobile. Tempo e spazio non esistono. Le anime rimangono lì in un stato latente come semi prima di essere piantati.
Spesso emerge la domanda: «Se un tale luogo esiste, allora perché, dobbiamo lasciarlo ed entrare nel mondo fisico?». Questo mondo fisico è un breve flash nella dimensione eterna, come un bambino che esce di casa per andare al luna park. Appena esce è carico di energia e soldini in tasca. Alla sera è stanco e senza più risorse… vuole solo tornare a casa e riposare. Cosi è il viaggio dell’anima sulla terra. Inizia carico e finisce scarico. Quando è carico non si pone domande, quando è scarico si chiede che significato ha tutto questo e si pone tanti perché!
La meditazione è metodica
Quando imparo a guidare un’auto, all’inizio tutto mi sembra strano. Poi diventa un’abitudine. Non ho neppure bisogno di pensare a freni, frizione ecc. La meditazione è un processo di apprendimento analogo.
Se vuoi fare pratica di meditazione ascolta le tracce che trovi su:
Breve Meditazione
Io sono un’anima… Un piccolo centro di energia luminosa al centro della fronte… Percepisco di essere veramente il padrone del mio corpo fisico… il controllore di tutte le mie azioni…
Osservo il mare di esperienze… così tante impressioni diverse dentro di me… Sento che sotto la superficie di questo mare, nelle sue profondità vi sono tesori di pace e potere spirituale… Mi immergo per portare alla luce questa esperienza di pace…
Rivolgo di nuovo l’attenzione alla zona al centro della fronte con questa tranquillità riscoperta… Mi sento completamente stabile nella consapevolezza che sono un essere spirituale e che l’ essenza della mia natura è pace… Come un minuscolo sole cosciente… irradio luce in tutte le direzioni… la luce della mia pace… Rimango ancora per qualche istante immerso nel silenzio del mio stato naturale… e ritorno alle mie attività.